Cinque Stelle, partito per pochi. Angileri: “Ecco cosa accade in provincia di Trapani”

E’ stato uno dei principali animatori del Movimento Cinque Stelle a Marsala. Profilo basso, ha lavorato sempre per unire. Tanto da essere il candidato Sindaco a Marsala del 2015, con un’ottima affermazione personale. Poi ha visto tante cose, troppe. Dall’associazione antiracket imbastita dai grillini della corrente dell’avvocato Gandolfo per fare il pieno di parti civili  (e di candidature), fino alla poca trasparenza nelle votazioni on line. E alla fine anche lui ha deciso di gettare la spugna.

“Questo non è più il movimento che abbiamo costruito, quello che sognavamo” dice Antonio Angileri. Che non è uno abituato a proteste eclatanti o fare rumore. E infatti se ne è andato in punti di piedi, qualche giorno fa. Un post su Facebook, e tanti saluti.

Ma il suo addio nel Movimento, in provincia di Trapani, è qualcosa che ha fatto molto rumore, perché è l’ennesimo segnale di un partito che ha subito una trasformazione genetica, diventando una “cosa” gestita da pochi, e che isola le persone più critiche o più libere.

“Una cosa deve essere chiara, però – puntualizza subito Angileri – non me ne sono andato perché ho perso le parlamentarie. Sapevo di avere poche speranze, me ne sono andato perché non ho sopportato l’idea che i giornali già sapevano chi avrebbe vinto… E nessuno, a cominciare da Ignazio Corrao, mi ha spiegato cosa sia successo”.

Antonio Angileri, infatti, si è candidato alle “parlamentarie”. Cosa sono? E’ il sistema con cui i Cinque Stelle scelgono i loro candidati. Funziona così: gli iscritti si candidano, e poi si votano tra loro. Chi prende più voti, viene candidato alle elezioni. Facile, no? Peccato che il meccanismo sia tutto fuorchè trasparente e democratico. “Io – racconta Angileri – da candidato non sapevo nulla: chi fossero gli altri candidati, chi sono gli iscritti al Movimento Cinque Stelle, come contattarli. Nulla. Ho fatto una campagna elettorale al buio”.

Per capirci meglio, è un po’ come giocare alla briscola in cinque: non sai nulla di chi potrebbe essere il tuo potenziale alleato, o elettore, o avversario. “Molti candidati hanno saputo di non essere candidato solo il giorno delle parlamentarie, quando si sono trovati esclusi dalla lista interna, magari perché qualche anno fa avevano espresso una critica al gruppo dirigente, o per uno screzio…”.

Ed è una regola che non vale per tutti. C’è chi può, e chi non può. C’è la casta degli anticasta. La prova? Qualche giorno prima delle “parlamentarie” il quotidiano La Repubblica in un articolo anticipa già i risultati. Il quotidiano sa già che verranno eletti alcuni attivisti molto vicini ai leader del movimento, come Antonio Lombardo, cosa che puntualmente accade.

Cosa è successo? “E’ la stessa cosa che ho chiesto, invano, all’europarlamentare Ignazio Corrao”. Corrao è il deux ex machina del Movimento Cinque Stelle in Sicilia: è lui che decide le candidature, che detta la linea (e come sanno i nostri lettori, decide anche i giornalisti da far attaccare alla massa dei seguaci social del movimento). “Già prima dell’articolo di Repubblica mi erano arrivati dei segnali. Attivisti del Movimento si erano lamentati con me perchè avevano il sospetto che ci fossero delle cordate tra Bagheria e Alcamo, e che il voto pertanto fosse controllato e indirizzato verso precise candidature”. Così è accaduto, difatti.

Ma non c’è qualcuno a cui rivolgersi, a parte l’eurodeputato Corrao o il senatore Santangelo? “No, perché l’unico nostro referente è lo staff, ma per noi rappresenta solo un indirizzo mail. Non sappiamo chi risponde….”.

Una cosa molto orwelliana, che la dice lunga sull’anomalia che il Movimento rappresenta nel panorama costituzionale. Un partito dove non ci sono referenti ma c’è uno “staff”. Ma d’altronde anche il partito che appartiene ad una srl, la Casaleggio Associati….

“C’è anche il collegio dei probiviri – aggiunge Angileri – al quale Corrao mi ha detto di rivolgermi per denunciare i brogli, se avessi avuto le prove. Ma non avendo avuto accesso ai server, ai voti, alle candidature, i miei erano solo sospetti….”

Angileri si risente con Ignazio Corrao il giorno dopo l’esito delle parlamentarie. E’ arrabbiato. Perchè le votazioni sono andate come era stato previsto da tutti. E’ l’ultimo dialogo che ha con Corrao. Ed è il suo ultimo atto da militante del Movimento Cinque Stelle.

Come faceva Repubblica a sapere l’esito del voto in anticipo? Non è una domanda che si fa solo Antonio Angileri. Dopo le parlamentarie c’è stato un vero e proprio esodo di grillini delusi, in Sicilia e non solo. Sono in tanti ad aver abbandonato il movimento. Stanchi della finta democrazia interna, degli scandali sui rimborsi, della differenza di trattamento tra vertici e base, del modo in cui pochi controllano la vita di tanti. Questa immagine, ad esempio, è circolata dopo le parlamentarie per spiegare quello che è successo.

Tra i più critici c’è Riccardo Nuti, uno dei pionieri del Movimento Cinque Stelle in Sicilia, anche lui fuori tra le polemiche. E’ Nuti che denuncia di una chat privata in cui si faceva la cordata a favore di Cinzia Leone, che poi in effetti è finita candidata.

E’ sempre Nuti a chiedersi perché Ignazio Corrao, europarlamentare, non è tenuto ai rimborsi, cosa che invece capita a deputati e senatori:”I parlamentari europei che si erano impegnati a versare 1.000 euro al mese e che hanno dichiarato di aver versato nel fondo nazionale per il microcredito 606.000 euro perché non si fanno controllare dai cittadini pubblicando tutti i loro bonifici come fatto dai loro colleghi nazionali?”. Anche Tp24.it ha sollevato dubbi. Da Corrao nessuna risposta.

“Lombardo, il futuro parlamentare, è un ex portaborse del gruppo all’Ars. Come lo era Ignazio Corrao, e tanti altri eletti” continua Angileri. Il Movimento si è trasformato anche in questo, in una sorta di domino delle segreterie degli eletti, dove c’è un cerchio magico che gode di potere e altri che possono solo fare il tifo.

Antonio Angileri comunica di lasciare il movimento con un post. Per lui seguono giorni molto difficili. “Ho subìto e subisco un’aggressione incredibile sui social: c’è chi mi scrive “perchè non muori”, chi mi dà del bastardo o del venduto….una volta non era così. E infatti per la prima volta in vita mia ho dovuto anche presentare un esposto contro chi in questi giorni sui social ha offeso la mia reputazione”.

Perchè si è arrivati a questo punto? “C’è stata come un’esasperazione, tra chi frequenta il movimento. Lo posso dire, perché lo conosco bene, da dentro. Prima c’erano le persone migliori, adesso invece comandano i frustrati, e la deriva totale per me ha un momento storico ben preciso: la morte di Gianroberto Casaleggio. E’ da lì che è cambiato tutto”.

Angileri, dunque, appende le “stelle” al chiodo. E’ amareggiato, non solo con i big del partito, anche con i locali. “Abbiamo eletto un consigliere comunale – racconta – l’architetto Aldo Rodriquez. Ma è normale che io per parlare con lui debba ricorrere alla posta certificata? Anche questo ha contribuito a disaffezionarmi”. E a proposito di rimborsi: che fine ha fatto il 30% del compenso annuale da consigliere comunale che Rodriquez doveva restituire per scopi di pubblica utilità? Sono circa cinquemila euro l’anno…

Certo è che nel Movimento sono i migliori che se ne vanno, viene da dire, ed è un peccato. “Per me è stata una grande esperienza – conclude Angileri – e non sono nè rancoroso nè triste. Anzi, ho conosciuto in questo movimento alcune tra le persone migliori mai incontrate in vita mia, amici veri”. Peccato che però alla fine restino solo i fedeli alla linea, senza se e senza ma.

E per chi vota Angileri, domenica? “Non lo so, non lo so proprio. Non ho voluto parlare fino ad ora perchè non voglio fare assist a Forza Italia o al Pd raccontando la mia storia personale. Per cui alla fine seguirò quel motto del saggio che dice: nel dubbio, astieniti”.

Fonte: https://www.tp24.it

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