Analisi sul piano triennale d’investimenti per il porto

Continua la chiacchierata con Gaspare Panfalone

 Pubblichiarmo oggi la seconda parte della chiacchierata con l’avvocato Gaspare Panfalone, operatore marittimo che esercita la sua attività imprenditoriale nel settore, oltre che nel porto trapanese anche in altri porti italiani e siciliani, profondo conoscitore dell’argomento. Dopo le valutazioni tecniche su come è cambiato il mondo dell’economia legato alle portualità, proseguiamo oggi entrando nel merito delle potenzialità del porto di Trapani. Il resto dell’intervista lo potete leggere nell’edizione di stamani recuperandola sul sito www.trapanitravel.com

Lei è pessimista per il futuro dello
scalo marittimo?
“Direi di no. Penso, invece, che proprio per le ragioni economiche sopra esposte, Trapani ha tutte le caratteristiche per potere entrare a pieno titolo in una logica industriale che tiene conto della menzionata evoluzione dei traffici marittimi. Trapani ha una posizione strategica unica, è al centro del mediterraneo, mare che a sua volta è al centro dei traffici marittimi internazionali; direi che il porto di Trapani è “al centro del centro”. Grazie poi alla conformazione
della città , il porto commerciale di Trapani è totalmente disimpegnato dal suo centro abitato. Quindi ancora
enormi potenzialità ! Oggi , inoltre, a seguito dell’accorpamento agli altri porti della Sicilia Occidentale (Palermo, Termini
Imerese, Porto Empedocle) Trapani dimostra ancora di più diavere caratteristiche industriali e commerciali che gli altri porti del sistema non hanno, determinando le condizioni per attrarre nuovi, importanti ed irrinunciabili investimenti. Queste condizioni sembrano essere chiare alla dirigenza dell’autorità portuale di sistema e soprattutto al Suo Presidente
Monti.

Si ritiene che gli ambiti strategici del porto di Trapani rispetto al porto di Palermo ed agli altri porti del sistema portuale occidentale siano diversi e su questo dato bisogna tutti quanti lavorare. La politica trapanese deve sempre più prendere consapevolezza di questo dato e lavorare fortissimamente in questa direzione in piena sintonia con la nuova “governance” della nuova Autorità Portuale”.
Qual’ è il futuro fel porto, quindi?
“Recentemente l’Autorità Portuale ho approvato il piano triennale d’investimenti che ovviamente riguarda il porto di Trapani; i buoni propositi ed anche i denari ci sarebbero ( a tal proposito Il Presidente Monti si è già attivato per recuperare un tesoretto di 3.000.000 di Euro che pur derivando dalla liquidazione della vecchia Autorità portuale di Trapani, era finita nelle casse del Governo Centrale), c’è unPresidente che ha le idee chiare e in più di una circostanza ha
sottolineato le potenzialità di Trapani ed elogiato la cultura del profondo attaccamento al proprio porto della comunità
portuale trapanese. La parte del piano triennale però che riguarda Trapani è come un libro bianco. Innanzitutto
manca il piano regolatore senza il quale è difficile fare programmi e progetti. Occorre quindi pressare ed incalzare la
politica affinché si attivino tutti a lavorare per il bene del porto, gli operatori non si devono stancare di denunciare le inefficienze, il tempo dell’arrangiamento è finito, è arrivato il tempo di pianificare, progettare, eseguire”.
Come? A parole sembra facile.
“Se vuole Le do pure la “lista della spesa”, perché d’investimenti e di nuove opere parliamo. Ci sono diverse opere
incompiute. Rimane aperto il problema del pescaggio. La sicurezza degli ormeggi, la gestione delle banchine che va razionalizzata per evitare che le navi vadano via. La banchina Isolella Nord, registra la presenza di 2 navi container ogni
diec giorni, ma se ne arriva una terza il porto va in crisi e quindi dobbiamo fortissimamente parlare dell’operatività della banchina Isolella Sud quella a ridosso del Cantiere. Le vicende giuridiche del Cantiere si aggiungono a quelle del bacino di
carenaggio. Si passa da un’emergenza all’altra. E poi ci dobbiamo confrontare con la presenza di navi sequestrate a diverso titolo che occupanobanchine ormai diventate operative. Il porto non può essere considerato un parcheggio.Ci chiediamo perché l’attuale struttura messa a disposizione di Vigili del Fuoco non possa trovare una diversa destinazione d’uso, legata alle attività portuali. La cosiddetta banchina francese non può essere utilizzata. L’approdo è fermo e non si capisce perché. La stazione marittima è totalmente fatiscente ,occorerrebbe mettere in sicurezza il molo della Colombaia che potrebbe diventare un ormeggio per Yacht che negli ultimi anni stanno visitando più assiduamente le Isole Egadi e tutto il nostro territorio”.
Lei crede quindi molto nella
nuova Autorità Portuale di sistema
della Sicilia Occidentale?
“Credo che non ci potessero essere altri sistemi che potessero garantire quegli investimenti indispensabili per il nostro porto, credo ancora che il processo di accorpamento dei porti nel nuovo sistema portuale italiano fosse un fenomeno non più procrastinabile, credo ancora che Trapani per quello che si è detto prima possa assolutamente avvantaggiarsi
dalla politica d’investimenti regolata dal nuovo ente, credo che il nuovo Presidente sia il meglio che ci poteva capitare, penso comunque che negli atti formali Trapani ancora non abbia avuto quei benefici auspicati ed in questo senso il nuovo provvedimento sui diritti obbligatori sia stato deliberato con troppa fretta, senza un minimo di concertazione con gli operatori. Con riguardo a questo provvedimentopenso per esempio che, oltre alla revisione dei diritti obbligatori accordata ai residenti delle isole egadi i debba rivedersi i diritti sui passeggeri delle navi crociere , considerata la fatiscenza della stazione marittima così come è avvenuto a proposito della stazione marittima del porto di Palermo.
Condivido, infine, il pensiero giuridico del Commissario Straordinario della città di Trapani Dott. Messineo circa il ruolo dell’ Ammiraglio Zaccaria nel comitato di gestione che ,rappresentando un porto già sede di Autorità Portuale debba essere considerato un componente con pieni poteri nello stesso Comitato di gestione ed non un mero rappresentante di un porto sito in un capoluogo di provincia. Chiudo dicendo che da adesso in poi non ci possono essere giustificazioni per nessuno”.

Fonte: http://www.illocalenews.it/

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