Marsala, traffico di migranti e sigarette: chieste condanne per 80 anni di carcere

Condanne per quasi ottanta anni di carcere sono state invocate dal pubblico ministero Federica La Chioma per i dodici imputati del processo scaturito dall’operazione anti-immigrazione clandestina “Scorpion Fish”, condotta a termine da Dda e Guardia di finanza il 6 giugno 2017.

Secondo l’accusa, l’organizzazione criminale italo-tunisina gestiva viaggi di “lusso” per migranti tra Capo Bon e le coste della Sicilia occidentale su gommoni superveloci. Viaggi a prezzi piuttosto alti (fino a 3 mila euro a persona) per piccoli gruppi di extracomunitari che, arrivati sulle coste siciliane, venivano prelevati e portati in abitazioni dove potevano rifocillarsi, lavarsi e avere vestiti nuovi.

Al vertice della banda c’erano cittadini tunisini che usavano manovalanza italiana. La pena più severa (dieci anni di carcere) è stata invocata per Jabranne Ben Cheikh, 28 anni, presunto capo dell’organizzazione, e per la compagna fiorentina Simonetta Sodi, di 55 anni. Otto anni, invece, sono stati chiesti per Mongi Ltaief, di 46 anni, sette anni e 3 mesi per Anis Beltaief, di 29, sei anni e 8 mesi e 15 mila euro di multa per Hamadi El Gharib, di 43, sei anni e 5 mesi e 40 mila euro di multa per Chiheb Hamrouni, di 26, sei anni per i marsalesi Angelo e Salvatore Allegra, fratelli, di 48 e 54 anni, pescatori, e Michele Graffeo, di 54, per Tarek Ben Massoud, di 29, e per Pietro Bono, di 64, di Menfi (Ag), per questi ultimi due anche 40 mila euro di multa, e infine cinque anni e 8 mesi per il trapanese Giovanni Manoguerra, di 42, uno dei presunti scafisti. Da tempo residenti a Marsala: Ltaief, Beltaief e Hamrouni. A difendere i 12 imputati alla sbarra sono gli avvocati Fabio Sammartano, Giacomo Lombardo, Carmine D’Agostino, Giuseppe Sodano, Luisa Calamia, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Tumbiolo, Giuseppe Accardo, Stefano Pellegrino, Francesca Favata, Salvatore Fratelli, Romina Ferrari e Accursio Gagliano. Nel processo avevano chiesto di potersi costituire parte civile le associazioni Codici (nazionale e Sicilia), rappresentate dall’avvocato Giovanni Crimi, ma il gup Tesoriere, accogliendo le eccezioni degli avvocati Giacomo Lombardo, Fabio Sammartano e Giuseppe Sodano, le ha escluse perché i loro statuti prevedono la difesa di interessi collettivi di altro genere rispetto ai reati contestati in questa indagine.

Il 7 giugno inizieranno le arringhe degli avvocati difensori. Arringhe che proseguiranno il 21 giugno.

Fonte: https://www.tp24.it

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