COSA VEDERE AD ERICE

 

IL CASTELLO NORMANNO O “DI VENERE”

Il Castello risale al periodo normanno (XII sec.) e sorge su un promontorio dove un  tempo vi erano i resti dell’antico tempio dedicato alla Venere Ericina, dea della fecondità, particolarmente venerata nell’ antichità.                                 I Normanni costruirono una fortezza cinta da possenti mura e protetta dalla sua posizione e dalle Torri del Balio, un tempo collegate al castello tramite un ponte levatoio, che ne costituiscono le fortificazioni avanzate. Il carattere difensivo è ancora testimoniato dal piombatoio sopra il portone d’ingresso arricchito dallo stemma di Carlo V di Spagna e da una bella bifora. Il castello era collegato al piano più basso delle torri, da un ponte levatoio, poi sostituito dalla gradinata che ancora oggi si percorre per raggiungerlo. Al suo interno sono stati rinvenuti – e, anche, purtroppo, perduti – elementi architettonici a supporto del percorso storico, essenzialmente riferibili alla ricostruzione medievale della fortezza, in cui erano stati riutilizzati anche frammenti dell’antichissimo santuario, e alla riedificazione del tempio in epoca romana.

                                                                                                 

CHIESA MADRE

La chiesa madre di Erice, dedicata alla Vergine Assunta, si trova vicina alla Porta di Trapani, uno dei principali punti di accesso della città. Venne fatta costruire da Federico d’Aragona nel XIV secolo, con materiale proveniente dal tempio pagano della Venere Ericina, a scopo difensivo, come si può ben notare dalle forme massicce e dai merli che la decorano. La chiesa è caratterizzata da un grande portico gotico ed un particolare rosone che dona un’aspetto molto singolare alla struttura, su cui si aprono un ordine di monofore e due di bifore ed un interno, in stile neogotico.Il bel rosone è oggi parzialmente nascosto da un portico gotico aggiunto un secolo più tardi. L’interno, in neogotico stile ottocentesco, è diviso in tre navate da pilastri sorretti da volte a crociera. Sulle navate laterali, si aprono numerose cappelle di varie epoche. La Chiesa, è dunque dedicata alla Vergine Assunta, patrona della cittadina, onorata come Madonna di Custonaci durante una lunga festa che si estende per un’intera settimana precedente l’ultimo mercoledì di Agosto, vero e proprio fulcro delle celebrazioni con la processione che si snoda per le strette vie di Erice.

 

CAMPANILE

Vicino la chiesa si può ammirare la Torre campanaria costruita alla fine del ’200 su una più antica torre di vedetta che affonda le sue radici nelle guerre puniche. E’ stata commissionata da Federico II d’Aragona, lo stesso re fondatore della Chiesa, che passò parecchi anni a Erice perché bloccato dalle truppe rii Roberto d’Angiò durante la guerra tra spagnoli e francesi per il possesso del trono di Sicilia. La torre è nata coma torre di avvistamento, con merli ghibellini, feritoie e belle bifore in stile “chiaramontano”. Si articola su tre livelli che poggiano su un terrapieno. Il piano terreno ha la porta d’ingresso dal lato della Chiesa ed è illuminato da monofore. Gli altri piani presentano bifore molto belle. E’ alto 28 metri. Si raggiunge la sommità con una scala di 108 gradini.

 

 

 

MURA ELIMO PUNICHE

Il borgo medievale di Erice era circondato e protetto dalle Mura Elimo-Puniche, risalenti ai secoli dall’VIII al VI a.C., costituite da grandi blocchi, che ancora oggi è possibile ammirare.

Le mura erano dotate di torri di avvistamento, di un camminamento cui i difensori accedeva attraverso ripide scalette e piccole aperture che permettevano il passaggio degli abitanti e forse dei rifornimenti. Il tratto delle mura meglio conservato si trova lungo via dell’ Addolorata, da Porta Carmine a Porta Spada, mentre la più integra è Porta Trapani.

 

IL GIARDINO E IL BALIO

Dopo il definitivo decadimento dal ruolo di fortezza del castello, delle antiche torri normanne restavano soltanto ruderi e la spianata su cui i cartaginesi avevano eretto le prime fortificazioni era abbandonata all’ incuria. Sul finire dell’Ottocento, il conte Agostino Pepoli concluse con l’amministrazione della città un accordo secondo il quale avrebbe bonificato a proprie spese l’intera area e ricostruito le torri, che sarebbero rimaste di sua proprietà. Risultati dell’intraprendenza del ricco e colto mecenate furono, dunque, la riedificazione della torre pentagonale, distrutta nel XV secolo, e della cortina merlata a protezione dell’area interna, nonché la realizzazione del giardino pubblico “all’inglese” del Balio.

 

TORRETTA PEPOLI 

Su una piattaforma rocciosa, a levante, sotto le torri, il conte A. Pepoli fece costruire la un caratteristico edificio liberty, destinato a luogo di studio e di meditazione, in una posizione suggestiva e panoramica, che da lui prende il nome di “TORRETTA PEPOLI”. Recentemente inaugurata, oggi la Torretta, dopo un sapiente lavoro di restauro viene restituita alla comunità internazionale e alla pubblica fruizione turistico-culturale, come Osservatorio permanente di Pace e Faro del Mediterraneo. Al suo interno  un Museo interattivo multimediale, un innovativo modo di fruizione culturale, un viaggio tra storia, cultura, mito e tradizione dei personaggi e della città di Erice raccontato dalla stessa voce del Conte A. Pepoli.  Orari di visita dalle ore 10.00 alle ore 18.00/19.00