Trapani, la Riserva delle Saline e la pala che continua a girare

Nonostante i ripetuti solleciti del gestore della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco, continua a girare la pala eolica a ridosso dell’area. Si tratta di una vicenda della quale ci eravamo già occupati su Tp24.it. Ma ancora oggi continua l’attività produttiva dello stabilimento Electra di Contrada Creta Fornazzo, vicino la Riserva Naturale Orientata, e in contrasto con il piano dell’Irsap, e con alcuni pareri che mancano.

Il Wwf, ente gestore della Riserva, ha chiesto più volte la sospensione dell’attività, ma nessuno ha risposto. Perchè? Eppure già le norme comunitarie sono chiare, e tutelano questo sito che, almeno sulla carta, dovrebbe essere pluriprotetto.

La vicenda va avanti da Giugno. E’ infatti il 22 Giugno scorso quando sorge la pala eolica a pochissima distanza dall’area protetta, che non è solo una Riserva. Il 3 Luglio già il WWF scrive per interrompere il funzionamento della pala, anche perché nessuna richiesta di parere preventivo era mai arrivata all’ente gestore, e quindi l’autorizzazione era illegittima. Risponde solo il SUAP di Trapani, il 14 Settembre: è stato avviato il procedimento di annullamento della validità della PAS, cioè della procedura abilitativa semplificata, prevista proprio per gli impianti ad energia alternativa.

Tre mesi fa, dunque ,l’avvio del procedimento di annullamento dell’abilitazione. Ma ancora oggi la pala gira. Perché è una cosa grave? Perchè può arrecare danni ingenti agli uccelli che passano proprio dalla Riserva.

Al Wwf, però, non stanno con le mani in mano. Hanno preso visione della documentazione, finalmente, e hanno scoperto che l’impianto, secondo i loro tecnici, non è conforme alle norme vigenti, ed in particolare contrasta con le norme urbanistiche previste dall’Irsap.

Scrive nell’ultima lettera Anna Giordano, direttrice della Riserva:

“L’area del trapanese è una rotta migratoria importantissima, punto di arrivo per milioni di uccelli dall’Africa in primavera, e di partenza in autunno, posta nel punto più breve tra il continente africano e quello europeo, per specie terrestri che in mare non possono fermarsi senza rischiare di morire. Porre ostacoli lungo questa rotta, privi di qualsivoglia studi preventivi e correttamente redatti, senza tener conto neanche della sommatoria degli impatti alla luce della situazione esistente già estremamente gravosa in termini di ostacoli aerei ai flussi migratori, viene meno ad ogni obbligo di tutela”

Fonte: www.tp24.it

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