Turismo: sempre più bassi i numeri al Sud, Sicilia in caduta libera

Sono in calo i numeri del turismo in tutta Italia e specilamente in Sicilia: a confermarlo è il rapporto 2017 stilato da UniCredit e da Touring Club, che ha interessato le mete turistiche di tutta la penisola, dal Nord al Sud alle isole. La Sicilia si piazza solamente al nono posto nella classifica nazionale – con circa 15 milioni di presenze turistiche annue – in cui invece a capeggiare è la regione del Veneto, che si conferma come la meta turistica d’Italia più ambita, con circa 63 milioni di presenze annue.

Si registra quindi che da un flusso annuale di circa 393 milioni di presenze turistiche in Italia solamente il 19% presenta come meta una regione del Sud Italia o delle isole.Considerando anche il turismo estero, la percentuale scende addirittura al 14%.
Dati per niente rassicuranti, quindi, per una regione come la nostra, per cui l’industria del turismo si configura come risorsa fondamentale per lo sviluppo e la crescita del territorio, una situazione preoccupante, soprattutto se pensiamo che la Sicilia è una delle regioni Italiane che investe di più nel turismo.
Le spese da sostenere sono ingenti e numerose, infatti: attravero i finanziamenti regionali per l’organizzazione turistica del territorio, infatti, ci si occupa delle promozione e pubblicità delle località, oltre che gli incentivi riservati alle imprese alberghiere. Senza mettere in conto le spese rivolte alla gestione, pulizia e manutenzione dei numerosissimi siti archeologici, musei, beni monumentali sparsi sul territorio. Gli ultimi dati, risalenti al 2006, evidenziavano una spesa netta da parte della Regione Sicilia di 316,4 milioni di euro.

Eppure i numeri del turismo in Sicilia sono in calo, anche se gli ultimi dati ufficiali rilasciati dall’ufficio statistica del Libero Consorzio Comunale di Trapani, sembravano rassicuranti: il Consorzio, realizzando un confronto tra i dati turistici del 2016 e del 2015, aveva segnalato un leggero ma significativo aumento del turismo nella provincia di Trapani, una crescita sia dal punto di vista delle presenze sia degli arrivi (ne abbiamo parlato anche qui).
Il centro di Mazara del Vallo, ad esempio, segnava un incremento del 36,4%, con circa 88.790 presenze turistiche nel 2016; la città di Trapani, un incremento del 5,6%, passando dalle 206.294 presenze del 2015 alle 226.160 del 2016. Anche Marsala aveva registrato un significativo aumento del 5,6%, confermando le 180.049 presenze turistiche rispetto alle 170.301 dell’anno precedente.

Però dal Rapporto UniCreditTouring Club emerge una situazione molto meno positiva: le regioni del Sud procedono ancora a “doppia velocità”, una realtà paradossale, si evidenza appunto nel rapporto, dato che in realtà le località, il patrimonio culturale ed enogastronomico del Sud Italia e delle località isolane soprattutto, sono riconosciute come gli attrattori maggiormente conosciuti a livello internazionale.

Stranamente, invece, le località isolane dell’Italia – la Sicilia soprattutto – registrano un significativo calo delle presenze turistiche. Fanno eccezione Palermo o Messina, classificandosi in una buona posizione al livello nazionale per il traffico di passeggeri per crociere, che insieme raggiungono quindi il 44,5%. Di seguito abbiamo Trapani, con il 14,9%, Catania con il 13,6% e Siracusa col 9,7%.
Si segnala inoltre che la maggior parte del flusso turistico proviene dalla Francia, seguono poi i tedeschi (15,6%) e gli inglesi (9,3%). In diminuzione, invece, il flusso proveniente dalla Germania.

Ma la Sicilia e la provincia di Trapani si piazzano così in fondo alla classifica nazionale anche per colpa di quegli esercizi turistici “abusivi” – alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e b&b – cioè strutture che in maniera ufficiale non possono contribuire con i loro numeri ad incrementare la percentuale di afflusso turistico della nostra regione. 

Fonte : http://www.tp24.it

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